\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 La durezza della politica fiscale e il carattere ristretto del blocco politico-sociale che aveva consentito alla Destra di porta
re a compimento lÆunificazione nazionale e di creare quel sistema istituzionale che, nelle sue linee fondamentali, sarebbe durato fino allÆavvento del fascismo, finirono col suscitare un malcontento diffuso di cui seppe farsi portatrice la Sinistra cosid
detta giovane, in rappresentanza degli interessi tanto della piccola e media borghesia del Nord, che chiedeva riforme politiche e sociali, quanto dei proprietari e intellettuali meridionali, che aspiravano a una distribuzione del carico fiscale e della s
pesa pubblica che tenesse conto delle differenze regionali.\par
Il programma di governo della Sinistra, enunciato nel novembre 1875 agli elettori del collegio di Stradella dal suo pi∙ autorevole esponente, Agostino Depretis, prevedeva: la difesa dello s
tato laico e la lotta al clericalismo; lÆistruzione elementare obbligatoria; il decentramento amministrativo; la diminuzione e redistribuzione del carico fiscale a favore delle regioni meridionali. E quando il ministero Minghetti cadde su una questione d
i secondaria importanza il re affid≥ a Depretis lÆincarico di formare il nuovo governo, che entr≥ in carica nel marzo 1876. Si parl≥ allora di una ôrivoluzione parlamentareö, ma in realtα il passaggio dalla Destra alla Sinistra, al di lα delle polemiche
verbali, avvenne allÆinsegna della continuitα. Infatti, una volta giunto al potere, Depretis, che govern≥ il paese quasi ininterrottamente dal 1876 fino al 1887, attenu≥ sensibilmente il proprio programma di riforme, impegnandosi a far convergere attorno
a sΘ gli uomini della Destra e a isolare con il loro contributo la nuova opposizione di sinistra, formata da repubblicani, radicali e dai primi socialisti. In un discorso dellÆottobre 1882, egli rivolse lÆinvito ai suoi oppositori a ôtrasformarsiö diven
tando progressisti. Questo invito, che venne ampiamente accolto a livello parlamentare, diede origine al fenomeno del trasformismo, vale a dire a quella pratica tesa ad assicurare ai governi la pi∙ larga maggioranza parlamentare, facendo confluire assiem
e gruppi appartenenti a diversi schieramenti politici.\par
Le riforme introdotte nellÆera di Depretis rispecchiarono la duplice esigenza di allargare la base del consenso sociale e di soddisfare istanze di progresso civile giα affermate nei paesi pi∙ pr
ogrediti. Vennero cos∞ approvate la legge Coppino sullÆobbligo scolastico di almeno due anni per tutti i bambini (1877) e la riforma elettorale (1882), che portava a circa due milioni gli aventi diritto al voto, escludendo gli analfabeti e i nullatenenti
. Dal godimento restarono in conseguenza escluse in primo luogo le masse dei contadini, specie meridionali, prive dei requisiti per accedere al diritto di voto, e le donne.\par
Un capitolo decisivo della politica economica fu costituito dallÆintroduzion
e, nel 1878 e nel 1887, di una legislazione protezionistica, rivolta a proteggere dalla concorrenza sia la giovane e fragile industria italiana del Nord sia, specialmente, la cerealicoltura arretrata del Sud; in tal modo fu rinsaldato il patto di alleanz
a politica e sociale fra la borghesia settentrionale e gli agrari meridionali.\par
In politica estera la Sinistra segu∞ una strategia giα delineata dalla Destra, che aveva le sue premesse nellÆalleanza con la Prussia del 1866 e nelle tensioni con la Fra
ncia prima per la questione romana poi per quella di Tunisi. LÆItalia, infatti, concluse il 20 maggio 1882 il trattato della Triplice Alleanza con Prussia e Austria in funzione essenzialmente antifrancese. Questo trattato ebbe ripercussioni significative
sulla politica interna del paese, che vide il rafforzamento delle tendenze pi∙ conservatrici. Naturalmente, lÆalleanza con lÆAustria modific≥ lÆatteggiamento del governo nei confronti dellÆirredentismo, cioΦ del movimento di rivendicazione delle terre i
taliane ancora soggette alla dominazione asburgica (Trento, Trieste e lÆIstria), che fu sottoposto a un pi∙ stretto controllo e, in alcuni momenti, anche soffocato. Proprio allÆindomani della firma del trattato veniva impiccato il giovane triestino G. Ob
erdan, accusato di voler assassinare lÆimperatore Francesco Giuseppe.\par
Tocc≥, infine, a Depretis aprire un nuovo capitolo nella storia della giovane nazione, inaugurando una politica coloniale italiana. Favorevoli allÆespansione coloniale furono da u
na parte alcuni settori politici e militari, che assistevano con crescente frustrazione alle conquiste inglesi e francesi, e dallÆaltra quegli ambienti industriali e armatoriali che contavano di trarre profitto dalle commesse militari e dal trasporto di
truppe e materiali. Il colonialismo italiano, per≥, a differenza di quello inglese o francese, non fu lÆespressione di un capitale industriale e finanziario in forte espansione. LÆItalia si imbarc≥ pertanto in imprese coloniali che poi non sarebbe stata
in grado di sostenere per la propria debolezza economica e militare. La prima spedizione in Africa, inviata nel 1885 a occupare la zona costiera tra Massaua e la Baia di Assab, termin≥ con la disfatta delle truppe italiane sorprese e annientate a Dogali
nel 1887 da soverchianti forze etiopiche. LÆultima iniziativa di Depretis fu il tentativo, sostenuto dal governo e appoggiato dai cattolici ôtransigentiö, di indurre Leone XIII alla riconciliazione e a un nuovo corso nelle relazioni fra Stato e Chiesa. I
l tentativo fall∞ per lÆimpossibilitα di raggiungere un accordo sul problema del potere temporale dei papi, e il fallimento port≥ a una ripresa dellÆanticlericalismo da una parte e dallÆaltra delle polemiche dei cattolici ôintransigentiö.